GUARDARE AVANTI: L’Italia è ad un bivio? Le nuove necessità e soluzioni per il business italiano oggi!
- gianpaolo.pavone
- 1 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Per le Aziende e Professionisti in Italia oggi, è forse giunto il momento di valutare orizzonti diversi. Ammettiamolo con franchezza: l'attuale contesto rende l'attività autonoma una scelta finanziariamente quasi proibitiva nel nostro Paese.
Coloro che etichettano questa decisione come "antipatriottica" dovrebbero riflettere sul fatto che forse è proprio l'Italia ad aver mancato di rispetto e considerazione nei confronti dei suoi lavoratori autonomi, creando un ambiente ostile al loro sviluppo professionale. Scappano dove lo stato non ti tratta da nemico! E se credi che sia un “problema” che riguarda solo il Sud Itali ..ti sbagli di grosso! Perché solo Bolzano, Imperia e Sondrio hanno il triplo di fughe all’estero rispetto a Taranto! Chi parte non lascia l’Italia, ma lascia solo TASSE, BUROCRAZIA, INEFFICIENZA e PORTE CHIUSE IN FACCIA !
Il contenuto di oggi ti offrirà una visione concreta, pragmatica della situazione aziendale in italia ed al tempo stesso ti regalerà seri spunti di riflessione e suggerimenti risolutivi.
Ma andiamo dritti al punto! Secondo le ultimissime stime, nel 2025 ci sono oltre 6 milioni di imprese attive nel paese, spaziando da piccole startup innovative a grandi multinazionali. Secondo l’analisi del Global 500 Family Business Index 2025, l’Italia conta 22 aziende familiari incluse tra le 500 maggiori al mondo per ricavi, pari al 4,4% del totale globale.
Le aziende familiari italiane che hanno ricavi combinati di circa 179 miliardi di dollari sono nel primo semestre del 2025.
Eppure solo nel lontano 2023, l’Italia ha visto la chiusura di 357.284 aziende, con un rischio di chiusura per le PMI stimato all’8,5% nel biennio 2024-2025. A cosa ha portato tutto questo? Che tra il 2022 e il 2024 quasi 500mila persone hanno ..lasciato l’Italia.
Solo nel 2024 secondo l’ ISTAT sono stati 191mila! Dati impietosi direi!
MA DAL PUNTO DI VISTA MORALE ..E’ GIUSTO O NO LASCIARE IL PAESE?
La domanda se sia moralmente sbagliato abbandonare l'Italia e trasferirsi all'estero a mio avviso è complessa e merita l’analisi approfondita che sto per suggerirti. Contrariamente a un sentimento “di colpa” che a volte può accompagnare questa decisione, l'emigrazione, in realtà, non solo è un diritto inalienabile di ogni individuo di cercare opportunità migliori, ma può anche paradossalmente contribuire al benessere dell'Italia stessa nel lungo termine.
Affermare che abbandonare l'Italia sia moralmente sbagliato implica un obbligo di rimanere, una sorta di vincolo che limita la libertà personale e la ricerca della propria realizzazione. Questo approccio ignora il fatto che le persone hanno il diritto di convincere i propri sogni, ambizioni e necessità economiche ovunque nel mondo. Limitare questa libertà, soprattutto in un'epoca globalizzata, sarebbe anacronistico e ingiusto.
Inoltre, la migrazione di talenti e cervelli, seppur dolorosa nel breve periodo, può agire come una terapia d'urto necessaria per il paese. L'esodo di professionisti qualificati e giovani ambiziosi può innescare una presa di coscienza da parte delle istituzioni e della classe politica. La perdita di capitale umano spinge a riflettere sulle cause che spingono le persone a cercare fortuna altrove, come la mancanza di opportunità lavorative, la burocrazia soffocante, la corruzione, la meritocrazia insufficiente e un sistema fiscale oppressivo. Questo "svuotamento" può forzare l'Italia a:
■ Riformare il sistema economico e burocratico: Per attrarre e trattenere talenti, è necessario creare un ambiente favorevole all'innovazione, all'imprenditoria e alla crescita professionale.
■ Investire nell'istruzione e nella ricerca: Un sistema educativo di alta qualità e finanziamenti adeguati alla ricerca sono fondamentali per formare professionisti competitivi a livello internazionale.
■ Promuovere la meritocrazia: Creare un sistema in cui il talento e l'impegno siano premiati, indipendentemente dai legami politici o familiari.
■ Ridurre la corruzione e la burocrazia: un ambiente trasparente ed efficiente è essenziale per attrarre investimenti e creare un clima di fiducia.
Non bisogna sottovalutare poi, il ruolo della DIASPORA ITALIANA. Gli italiani all'estero spesso mantengono un forte legame con il loro paese d'origine e possono contribuire in diversi modi, ad esempio:
Inviando rimesse.
Il denaro inviato a casa dai migranti rappresenta un importante sostegno per l'economia italiana.
Promuovendo il "Made in Italy".
Gli italiani all'estero possono fungere da ambasciatori del nostro paese, promuovendo i prodotti e la cultura italiana nel mondo.
Portando nuove idee e competenze.
Coloro che ritornano in Italia dopo un'esperienza all'estero possono portare con sé nuove competenze, idee e prospettive che possono contribuire alla crescita e all'innovazione del paese.
Le PMI italiane sono particolarmente esposte al rischio di chiusura, con un trend negativo che richiede attenzione e interventi per evitare un ulteriore peggioramento. Certo il tessuto imprenditoriale italiano, nel 2025 è caratterizzato da una solida presenza di aziende familiari di grandi dimensioni, anche con crescita dei ricavi, ma purtroppo anche da una situazione complessa per le PMI, con un elevato rischio di chiusure.
Le prospettive di crescita per il biennio 2025-2026 sono positive, soprattutto in settori innovativi e legati alla transizione energetica, ma permangono rischi legati a fattori esterni come ’incertezza geopolitica e commerciale, in particolare i dazi USA verso alcuni prodotti italiani rappresentano una minaccia concreta ed immediata per il Made in Italy oltre alle difficoltà strutturali di moltissime industrie tradizionali
RINNOVARSI O PERIRE: LA SCELTA DELLE AZIENDE ITALIANE !
E’ proprio giunto il momento del cambiamento per Aziende e Professionisti Italiani alla ricerca di nuovi orizzonti! Il carico fiscale raggiunge livelli critici, gli oneri previdenziali appaiono spesso eccessivi, gli adempimenti burocratici soffocano l'operatività e le tutele sociali sono praticamente assenti. In un contesto normativo ed economico che sembra mirare a estrarre il massimo possibile, non si tratta più di cercare scappatoie, ma di pura e semplice necessità di sopravvivere professionalmente.
Ha ancora senso impegnarsi a produrre valore e magari creare occupazione sul territorio nazionale, quando quasi la metà del frutto del proprio lavoro viene erosa? Chi opera come autonomo rinuncia a tutele fondamentali come ferie pagate, copertura per malattia, liquidazione e stabilità lavorativa, eppure viene considerato alla stregua di una risorsa da sfruttare fino all'osso.
Parallelamente, chi sceglie di costituire una società in giurisdizioni meno asfissianti e più meritocratiche con una burocrazia ridotta all'essenziale e una visione più moderna e incentivante dell'imprenditorialità hanno inevitabilmente la meglio! Noi, invece, siamo impegnati a rincorrere scadenze per fatture elettroniche, complessi versamenti F24 e anticipi su entrate che potremmo non realizzare mai.
È giunto il momento di porre fine a questa situazione insostenibile. Valutare la costituzione di una società all'estero non è più un vezzo per pochi scaltri, ma rappresenta una mossa logica, una forma di legittima tutela dei propri interessi. Non ha più senso attendere un segnale di attenzione da parte di uno Stato che sembra ignorare queste difficoltà.
Il contesto internazionale offre una vasta gamma di opzioni, con normative e approcci fiscali che variano notevolmente da Paese a Paese. Informarsi e valutare la possibilità di operare in ordinamenti più favorevoli non rappresenta un atto di diserzione o tradizione, ma una strategia lungimirante per preservare la propria capacità competitiva, la propria indipendenza economica e, in definitiva, la propria dignità professionale. È un atto di autodifesa di fronte a un sistema che non riconosce il valore del lavoro autonomo.
È TEMPO DI PASSARE ALL'AZIONE E SMETTERE DI LAMENTARSI.
E’ tempo di valutare concretamente il cambiamento appare ormai una necessità per le Aziende Italiane!
L'ostinazione nel navigare in acque così ostili, con un sistema fiscale percepito come punitivo e soffocante, rischiando di vanificare ogni sforzo e ambizione. Pertanto, la costituzione di una società in un altro Paese, dove le condizioni fiscali e burocratiche siano più favorevoli, appare per molti professionisti e imprenditori come l'unica opzione realistica per non soccombere alle sabbie mobili del sistema italiano.
Mi confronto ogni giorno nel mio lavoro, in un ottica di Consilenza e delocalizzazione aziendale con imprenditori che mi chiedono come uscirne fuori e come reagire a questo status di cose! L’Italia non cresce da ben 40 anni! A loro dico sempre che chi possiede la visione, il coraggio e la determinazione necessari, può e dovrebbe iniziare da subito a raccogliere informazioni, valutare attentamente questo percorso e, se opportuno, intraprenderlo per garantire a sé stesso e al proprio futuro professionale e familiare una stabilità e una prosperità altrimenti irraggiungibili, a mio avviso in Italia almeno per altri 40 anni (se le cose non cambiano subito drasticamente!).
E tu? Sei nel processo di costituzione della tua azienda?
Hai voglia di conoscere soluzioni alternative e via di uscita per la tua attività?
Informati. Chiedi soluzioni, proposte, alternative!
Tutto è possibile ed attuabile quando c’è concretezza e serità!
Propongo consulenza specializzata per aiutarti a trovare le migliori soluzioni a Dubai. Contattami per una prima consulenza: insieme troveremo la strategia migliore per il tuo successo, garantendo al contempo la piena conformità legale ed organizzativa e garantendo i massimi standard!
Fame di risultati nel tuo Business?
Vieni subito a scoprire la nostra ACADEMY o richiedi semplicemente informazioni!
Gianpaolo Pavone
Comments